“Prima o poi si svanisce
e si va nel nulla.
O nell’infinito.
Dipende dai punti di vista.”


Ho fatto il mio ingresso in questo mondo in una nebbiosa giornata di dicembre del 1988, poco dopo il tramonto, in un ospedale di Milano, e credo che quella nebbia mi abbia avvolta e accompagnata per la prima parte della mia vita.
Sono sempre stata alla ricerca di qualcosa. Quello che vedevo intorno a me non mi bastava.
AssenzA è il mio romanzo d’esordio e una mia grande soddisfazione.
Racconta la storia di una ragazza, Anna, che si sveglia una mattina in un corpo maschile.
Mentre Anna svanisce lentamente, la personalità di lui nasce e comincia a vivere, come se fosse “appena nato”, perché non sa come comportarsi e non ha ricordi del passato.
Anna, però, non è del tutto scomparsa, e i due imparano presto a comunicare: lei lo aiuta a districarsi nelle situazioni della vita, lo aiuta a conoscersi e soprattutto a crescere. Lui e Anna rimangono così uniti da un filo invisibile che loro stessi non riescono a spiegare.
Ma c’è un dubbio che ossessiona lui, la sera, prima di addormentarsi: chi si sveglierà la mattina seguente? Lui, o Anna?
“La vita è troppo strana: ci vuole la tristezza per sapere cosa sia la felicità, il rumore per apprezzare il silenzio e l’assenza per valutare la presenza”
– Josef Kote –